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Il Cardinale Angelo Scola in Confcommercio Milano “Necessaria una crescita con consumi adeguati al bisogno e alla dignità dell’uomo. Promuovere il valore della domenica come rigenerazione dei rapporti. Corpi intermedi risorsa fondamentale per il Paese”

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Il Cardinale Angelo Scola in Confcommercio Milano “Necessaria una crescita con consumi adeguati al bisogno e alla dignità dell’uomo. Promuovere il valore della domenica come rigenerazione dei rapporti. Corpi intermedi risorsa fondamentale per il Paese”

 

Il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, oggi pomeriggio si è recato in Confcommercio Milano per incontrare il mondo del terziario milanese e lombardo: il Presidente Carlo Sangalli, i rappresentanti delle associazioni di categoria e territoriali Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza e delle associazioni Confcommercio con i comuni ricompresi nella Diocesi di Milano.

Questa visita – ha affermato il Cardinale Scola - si inserisce in una tradizione importante per la Chiesa e mostra un elemento di continuità per la vita della città. Milano ha bisogno di trovare l’anima fra le tante che stanno convergendo in questa grande città metropolitana. La ripresa della crescita passa attraverso un rilancio dei consumi adeguati al bisogno dell’uomo nel rispetto di tutti gli elementi che danno dignità all’uomo. Il criterio per orientare i consumi è quello di un’adeguata cultura del lavoro”.

In questo senso – ha rilevato l’Arcivescovo Milano è di particolare importanza la dimensione del gratuito che non vuol dire gratis, ma compiere un lavoro secondo la pienezza del suo significato. Cultura del lavoro e gratuità allargano la ragione economica e rispondono alla domanda di un consumo non schiavizzante. Stiamo poi dimenticando la dimensione sociale del riposo. Dobbiamo promuovere il valore della domenica come rigenerazione dei rapporti. E infine vorrei parlare della valorizzazione dei corpi intermedi che, purtroppo, in questa fase che stiamo attraversando, non ricevono più l’attenzione che meritano. Mentre sono una risorsa fondamentale per il nostro Paese”.

Mai come in questo momento così difficile per la nostra società e per la nostra economia – ha affermato Carlo Sangalli - si è sentito il bisogno di guardare al futuro con una nuova prospettiva.

In questo senso il Cardinale Angelo Scola, che oggi ha incontrato in Confcommercio i nostri imprenditori, ci aiuta a ritrovare la forza e i valori per superare gli ostacoli e riprendere il cammino della crescita non solo economica”. “Soprattutto le imprese commerciali hanno infatti una funzione sociale di grande importanza. Sono spesso a carattere familiare – ha proseguito Sangalli - e rappresentano sul territorio un presidio di sicurezza e di migliore qualità della vita”. “Proprio per questo – ha sottolineato Sangalli - riteniamo che per superare il disagio delle zone più difficili delle nostre periferie sia necessario un grande progetto condiviso di solidarietà e rilancio che coinvolga istituzioni e privati. E’ un grande progetto ambizioso da affrontare con concretezza e passo dopo passo Ma questa città ha ancora le risorse e le idee per portarlo avanti tutti insieme. Soprattutto con l’aiuto di una guida e un portatore di speranza come il Cardinale Scola”.



Intervento di
 Carlo Sangalli

Incontro con il Cardinale e Arcivescovo di Milano Angelo Scola

4 dicembre 2014

Eminenza reverendissima,

è con grande gioia e riconoscenza che Le do il benvenuto all’Unione Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

Qui davanti a Lei, ci sono oggi i rappresentanti delle nostre categorie e dei nostri territori: sono circa 150 associazioni che rappresentano oltre 40mila imprese solo a Milano, Lodi, Monza, senza contare le altre associazioni della Lombardia che sono venute qui oggi per incontrarLa.

Nella “casa” di Confcommercio raccogliamo il terziario di mercato nelle sue diverse, diversissime forme: portiamo la voce dei mestieri tradizionali e delle più innovative attività del digitale, di piccole, piccolissime e grandi aziende, di imprese dei servizi, del turismo, dei trasporti, del commercio.

Tante di queste persone, di queste donne e di questi uomini che hanno fatto del lavoro non solo una professione ma anche una vocazione, guardano a Lei come una guida religiosa. E tutte le riconoscono il carisma di un grande testimone spirituale.

Ed è davvero difficile trovare le parole per esprimere cosa significhi per noi questa Sua visita.

Da una parte, la viviamo un po’ come il proseguimento di una tradizione a cui siamo molto legati.

Dalla nostra fondazione, quasi tutti i Suoi predecessori ci hanno onorato di una visita durante il loro episcopato.

E non si è mai trattato di una formalità: le visite dei vescovi di Milano hanno sempre lasciato un segno nella nostra comunità imprenditoriale e associativa. Hanno lasciato una traccia nel lavoro che ogni giorno facciamo per produrre non solo economia, ma anche “senso”.

Dall’altra parte, questa Sua visita arriva in un momento storico del tutto particolare.

Mai, nella storia della Repubblica, le imprese hanno vissuto un momento di crisi così lunga e perdurante. In passato, dal dopoguerra in poi, siamo stati certamente più poveri di così, forse anche più impauriti, ma mai così disorientati.

Questo è un tempo che ci interroga sul senso stesso del fare impresa, sulla dignità del lavoro, sul concetto di fallimento e di limite.

In Italia, oggi, nel 2014, per un’attività del terziario che apre ce ne sono due che chiudono.

E, in tanti, prima di chiudere, cercano con le unghie e con i denti di salvare dipendenti e azienda vendendosi tutto, anche i gioielli di famiglia.

Alcuni, in questi anni, persa la possibilità di farcela, hanno tristemente perso anche la speranza e si sono tolti la vita.

Questo è un tempo duro, che ci interroga tanto, ma, spesso, sembra ostinatamente muto nel darci risposte.

E’ un tempo strano: dove la libertà personale è “gonfiata” da mille possibilità, comprese quelle offerte dalla tecnologia, ma lo spazio della scelta sembra quasi assottigliarsi giorno dopo giorno. Siamo oppressi dal “troppo”: troppe possibilità, troppe rinunce, troppe fatiche..

Ecco, di fronte a questo, noi siamo convinti che fare associazionismo abbia un valore in più, oggi persino più grande che in passato.

Come ha scritto qualche giorno fa sul Corriere, in modo a mio parere molto bello, un professore dell’Università Cattolica, Mauro Magatti, l’associazionismo espresso nei corpi intermedi è lo spazio che “allarga la libertà personale”.

Perché la vita è relazione e nella relazione combattiamo l’illusione dell’autosufficienza e troviamo risposte che da soli non vediamo.

Noi ne siamo convinti: nella concorrenza –che è giustamente il terreno dove operano gli imprenditori nel mercato- c’è ancora lo spazio per lavorare insieme, per la collaborazione.

Perché così, anche così, si combatte l’isolamento. E quando non si è isolati, si ha sempre meno paura.

Lei ha invitato più volte la città, in modo molto convinto, a vincere la paura, aprendosi ai cambiamenti nei quali siamo immersi. Perché altrimenti si finisce –mi permetto di usare le Sue parole- con “l’aver paura delle paure”.

Da questo punto di vista, bisogna dire che il nostro settore, il terziario, costitutivamente ha una grande capacità “integrativa”, di integrazione.

Il terziario è, infatti, il primo settore che i giovani scelgono quando decidono di mettersi in proprio.

E’ il primo settore per l’imprenditoria femminile.

E’ anche il primo settore di scelta per gli imprenditori extra-comunitari che cercano nel lavoro regolare un’occasione di riscatto e di promozione sociale.

Con costi all’entrata fondamentalmente più bassi di altri settori e nuove professioni che nascono continuamente, il terziario offre integrazione. Offre una possibilità di autoimpiego anche a chi è più fragile.

Offre la dignità di un lavoro e, allo stesso tempo, garantisce la dignità dei territori.

Basti pensare, lo abbiamo detto tante volte, alla funzione sociale del commercio, dal punto di vista della sicurezza delle strade, del micro credito, della capacità aggregante.

Le attività imprenditoriali, soprattutto quelle su strada, portano in dote legalità e senso della comunità.

Ed è questo un passaggio estremamente importante soprattutto per le nostre periferie, che oggi –lo abbiamo visto tutti con drammatica evidenza- vivono momenti di grande disagio.

So che è un tema che la Curia di Milano ha molto a cuore. E mi ha colpito una definizione di questo disagio a Milano data dal Cardinale: Lei ha parlato di un disagio “a macchia di leopardo”.

Questa descrizione ha avuto un riscontro per noi precisissimo nell’indagine sulla sicurezza delle imprese, che abbiamo condotto inviando 70mila questionari anonimi sul territorio di Milano.

La percezione di insicurezza delle imprese milanesi è risultata esattamente a “macchia di leopardo”. Non c’è omogeneità: ci sono picchi di reati diversi in zone non contigue dell’area metropolitana.

Il disagio a Milano è così una malattia insidiosa e multiforme. Ma l’antidoto non è lontano dalla nostra portata.

Sviluppare l’imprenditorialità, la libera l’iniziativa, il decoro che nasce dall’occupazione, in queste zone è di fondamentale importanza. E anche il nostro mondo può fare tanto. Sarebbe bello avviare un grande progetto condiviso

di solidarietà e rilancio che coinvolga istituzioni e privati per il recupero delle periferie. Senza paura. Senza timori, anche di sbagliare.

D’altra parte, ricordo che nella bellissima lettera pastorale dello scorso anno, “Il campo è il mondo”, Lei stesso Eminenza spiegava che, come nella parabola del grano e della zizzania, bene e male sono sempre mischiati.

Non bisogna temere la commistione. Occorre vigilare, certo, e stare attenti alla zizzania. Ma, Lei scriveva, prima di tutto bisogna domandarsi se si ha seminato bene.

Sono parole che mi colpirono allora e mi colpiscono oggi. Ecco, io credo che in tante zone di questo territorio, in tante periferie si possa seminare meglio.

Ed è un insegnamento che dobbiamo portarci l’anno prossimo per Expo 2015. Expo, che noi certamente attendiamo come una grande occasione di ripresa economica, è stato -ed è- anche un vero volano della speranza.

E non dobbiamo dimenticare che, se vogliamo farne davvero un’occasione di crescita duratura, Expo deve diventare un momento per “seminare”, per maturare, per puntare sulla qualità imprenditoriale, ma anche umana.

Expo è un’occasione per dimostrare cosa Milano sa fare. Ma è anche un’occasione per dimostrare chi i milanesi sanno essere.

E sono felice che come Organizzazione abbiamo creduto in iniziative di accoglienza del visitatore che promuovono anche gesti semplici come la gratuità di un sorriso o di un’informazione.

Questa Esposizione, peraltro, ha un tema bellissimo legato all’alimentazione come energia per la vita. Porta con sé, insomma, una responsabilità, che è anche un meraviglioso incoraggiamento a dare il massimo.

Le difficoltà oggettive ci sono, i limiti esistono, ma i più grandi sono sempre quelli che ci autoimponiamo noi.

San Francesco, che è patrono dei commercianti e che –con grande orgoglio- è stato scelto da questo Papa nel nome, diceva: “cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. All’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.

Ecco, noi ci vogliamo provare, ci stiamo provando per l’anno prossimo, ma anche per gli anni che verranno. Con grande concretezza, passo dopo passo, proviamo a fare quello che è più necessario e quello che ci è possibile per dare nuovi frutti a questa città. Ed, Eminenza, ci auguriamo di cuore di averla vicino in questo percorso.

Ancora grazie di essere qui e Le lascio la parola.

CONFCOMMERCIO MILANO, LODI, MONZA BRIANZA - Con 150 associazioni di categoria e territoriali in rappresentanza di tutti i settori del terziario (commercio, turismo, servizi, trasporti, logistica, professioni) Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza è la maggiore associazione nel sistema Confcommercio e tra le principali organizzazioni imprenditoriali del Paese per numero di imprese rappresentate (oltre 40 mila per più di 300 mila addetti).

Il sistema associativo di Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza è dislocato in modo capillare in tutti i principali centri: Abbiategrasso; Binasco (Rozzano); Bollate; Adda Milanese: Vaprio D’Adda (Cassano D’Adda);  Corsico; Gorgonzola; Legnano; Magenta (Castano Primo); Melegnano; Melzo (Cernusco sul Naviglio e Segrate); Rho; Sesto San Giovanni (Cinisello Balsamo e Cologno Monzese).

Monza (Lissone); Desio (Bresso e Paderno Dugnano); Seregno; Seveso; Vimercate. 

Lodi (Sant’Angelo Lodigiano); Codogno.


Allegati: 
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